Taglio Neo Con Lametta

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Nevo di Miescher e nevo di Unna sul viso e sul corpoIl neo di Miescher è un nevo comune presente solitamente sul volto o sul collo

Il nevo di Miescher e il nevo di Unna sono nei melanocitici comuni a decorso solitamente benigno. Pur avendo un’origine simile, essi sono differenti da un punto di vista clinico, istologico e dermatoscopico. Mentre i nevi di Clark sono dei nei piani (flat naevi) sia il nevo di Miescher che il nevo di Unna appaiono rialzati sulla superficie cutanea. Il

Come

, un po’ più frequente nelle donne, può insorgere al viso, soprattutto sul naso e sul mento. Si tratta di una proliferazione melanocitica benigna piuttosto comune, e ogni individuo con il trascorrere degli anni può accumularne un numero più o meno cospicuo, sia sul viso (soprattutto nevo di Miescher) che sul resto del corpo (soprattutto nevo di Unna). Il nevo di Miescher si presenta solitamente sul volto come una lesione melanocitica cupoliforme, dura al tatto, a superficie liscia, color carne o poco pigmentata. Al suo interno può essere presente qualche pelo, la cui infiammazione può dar luogo a episodi di follicolite intranevica. In genere il nevo di Miescher è di piccole dimensioni e raramente il suo diametro supera il centimetro. Le sedi più frequenti sono il viso (naso, mento, sopracciglia, guance, fronte), e meno spesso il collo e il cuoio capelluto. Negli uomini i nevi di Miescher vengono involontariamente traumatizzati al momento della rasatura della barba o dei baff, sia quando si utilizza la comune lametta, che con il rasoio elettrico. Se al momento della rasatura si rompe un neo di Miescher, questo potrebbe anche sanguinare. In genere ciò non rappresenta un problema, ma quando un neo sanguina occorre sottoporlo al proprio dermatologo per una verifica mediante dermatoscopia a epiluminescenza.

Nevo Di Miescher E Nevo Di Unna Sul Viso E Sul Corpo

Il nevo di Miescher del viso è un neo cupoliforme, e presenta alla sua periferia dei vasi a virgola facilmente osservabili mediante dermatoscopia

Il nevo di Unna è un neo comune che si presenta soprattutto al tronco e agli arti, e contrariamente al neo di Miescher è solitamente pigmentato, e ha una superficie irregolare e papillomatosa. Viene chiamato neo verrucoso perché il suo aspetto ricorda in apparenza le cheratosi seborroiche, un tempo note come verruche seborroiche, sebbene di origine non virale. Da queste si distingue facilmente sia per le caratteristiche cliniche che dermatoscopiche, tra cui il cosiddetto

O segno dell’oscillazione (quando si poggia il dermatoscopio su una cheratosi seborroica, questa rimane fissa al movimento orizzontale dello strumento ottico, mentre il nevo di Unna oscilla insieme al dermatoscopio). Quando presenti in zone sottoposte a particolare sfregamento meccanico (per esempio sul tronco in prossimità dell’elastico dei reggiseni, oppure al collo in prossimità di una collana) il nevo di Unna può infiammarsi e presentare rossore, edema e prurito, bruciore. Il

Nevo

Atti Del 1° Convegno Ean

Può essere sessile (se ha una grossa base di impianto) o peduncolato (se è pendulo). Rispetto al nevo di Miescher, il nevo di Unna ha solitamente una consistenza più molle, una superficie più ruvida, una pigmentazione più marcata e dimensioni che superano spesso il centimetro di diametro. Un neo che prude, che sanguina o che aumenta improvvisamente di volume va sempre sottoposto al proprio dermatologo, in quanto in rari casi può entrare in diagnosi differenziale con altre manifestazioni cliniche apparentemente simili, ma dal decorso clinico totalmente diverso, tra cui la cheratosi seborroica, il dermatofibroma lenticolare, i fibromi penduli, il nevo displastico e il melanoma. I nevi di Unna hanno un colorito variabile dal color carne al bruno, e possono contenere dei peli al loro interno. In gravidanza i nevi di Unna possono aumentare sia di numero che di volume.

Al momento di controllare i nei, questi vengono osservati sia all’esame obiettivo che attraverso uno strumento ottico chiamato dermatoscopio, a disposizione di ogni dermatologo e che consente attraverso due princìpi fisici chiamati epiluminescenza e luce polarizzata di evidenziare caratteristiche microscopiche dei nevi, non visibili a occhio. Osservando con un dermatoscopio un nevo di Miescher scarsamente pigmentato, si possono visualizzare i vasi a virgola soprattutto alla sua periferia, mentre nei nevi di Miescher più pigmentati, si vede bene anche il cosiddetto pseudoreticolo, una struttura reticolare le cui maglie regolari sono dovute alla presenza degli sbocchi follicolari, che non sono occupati dai melanociti. In realtà, fini teleangectasie sono presenti in tutto il nevo e qualche volta sono visibili anche a occhio nudo. Quando si utilizza un dermatoscopio a contatto, i vasi centrali vengono schiacciati dalla vitropressione lasciando intravedere una zona anemica di colore biancastro. Alcuni moderni dermatoscopi a luce polarizzata incrociata non prevedono più lo schiacciamento del neo, e consentono di osservare l’intera trama vascolare del nevo. Al momento della visita dermatologica è importante ricercare ed escludere eventuali manifestazioni cutanee che potrebbero entrare in diagnosi differenziale con il nevo di Miescher, come ad esempio il basalioma (vasi ad albero, aree a foglie d’acero), il nevo di Spitz, la papula fibrosa del naso, il mollusco contagioso, il granuloma piogenico, gli angiomi rubini e la sarcoidosi cutanea. Quando invece ci avviciniamo con il dermatoscopio a un nevo di Unna riscontriamo solitamente un pattern a zolle regolari, o un pattern globulare. La rete pigmentaria è solitamente assente, ma possono talora essere visibili strutture papillari esofitiche, pseudocisti cornee e sbocchi simil comedonici presenti anche nelle cheratosi seborroiche. Alla periferia dei nevi di Miescher e di Unna si osservano spesso dei vasi a virgola, diversi da quelli riscontrati nel basalioma nodulare (vasi ad albero), nelle cheratosi seborroiche (vasi a forcina), nelle verruche, nei condilomi (pattern vascolare punteggiato), nelle cheratosi attiniche, nel nevo displastico, nel nevo atipico e nel melanoma. Al momento della visita dermatologica il nevo di Unna va distinto da tante altre manifestazioni cutanee apparentemente simili (per esempio nevo blu, nevo di Sutton, nevo di Meyerson, dermatofibroma lenticolare, mastocitoma solitario) attraverso una comune dermatoscopia a epiluminescenza.

Cosa

Sia il nevo di Unna che il nevo di Miescher sono lesioni melanocitiche esofitiche, cioè rilevate sulla pelle, ma da un punto di vista istopatologico è stato introdotto il termine esofitico per il nevo di Unna (melanociti raggruppati soprattutto nel derma superficiale, cosiddetto derma papillare) ed endofitico per il nevo di Miescher (melanociti aggregati nel derma profondo, cosiddetto derma reticolare). Mentre nei nevi piani (nei di Clark) i melanociti sono solitamente distribuiti al confine tra epidermide e derma (nevi giunzionali), all’interno dei nei rialzati, i melanociti sono presenti soprattutto nel derma superficiale (nevi di Miescher) e nel derma profondo (nevi di Unna). Questo è il motivo per il quale sia il neo di Unna che il neo di Miescher sono definiti nevi dermici. Quando invece le cellule neviche sono presenti anche negli strati inferiori dell’epidermide si parla di nevo composto. Una delle domande più ricorrenti poste dai genitori dei piccoli pazienti è quando compaiono i nei, meravigliati della presenza dei nevi già in età pediatrica. Alcuni nevi, detti congeniti, sono normalmente presenti alla nascita, e alcuni di essi un tempo erano noti con il termine popolare di voglia di caffé (per i nevi melanocitici congeniti) e di voglia di fragola (per gli angiomi piani). La maggior parte dei nevi, inclusi il nevo di Miescher e il nevo di Unna, compaiono nei primi anni di vita, per poi aumentare sia di numero che di volume con il trascorrere degli anni. Questo progressivo aumento nel tempo è fisiologico, mentre qualsiasi brusco cambiamento di un neo va comunicato al proprio dermatologo di riferimento, per una conferma del grado di tranquillità, sulla base delle sue caratteristiche cliniche e di quanto osservato attraverso il dermatoscopio.

Come Eliminare I Peli Dei Nei? Cosa Fare E Cosa Non Fare

L’osservazione dei nei ha origini molto lontane ed era già nota ai tempi di Ippocrate, nel V secolo a.C, quando veniva utilizzata dal popolo per prevedere serenità e sventure delle persone che venivano a farsi controllare i nei. Tale arte divinatoria fu chiamata dai Romani neomanzia o nevomanzia (dall’unione del termine latino naevus “neo” con il termine greco μαντεία “profezia”) e in seguito molemanzia (dall’inglese mole “neo”). A seconda delle dimensioni, del colore e della posizione dei nevi, il nevomante preannunciava prosperità o disgrazie alla persona che richiedeva il suo aiuto. La pratica divinatoria della nevomanzia, cioè la lettura dei nei per predire fortuna e disgrazie è presente anche nell’antica tradizione popolare cinese. Nel Tong Shu, antico calendario cinese, i nevi venivano associati a precisi significati sul passato, presente e futuro della persona esaminata, a seconda della posizione dei nevi sulla mappa, e se i nevi ricadevano in punti fortunati o in punti meno fortunati. L’arte di dipingersi o tatuarsi i nei nasceva proprio come esigenza di esorcizzare future sventure, o di augurarsi una buona sorte dipingendo qualche neo in nei punti della mappa considerati fortunati. I nevi nascosti erano associati a fortuna e prosperità. In genere il nevo di Miescher è di piccole dimensioni ed è esteticamente bello, ma un tempo era noto con termini popolari come marchio del diavolo (se presente sul viso degli uomini) o marchio della strega (quando presente sul viso delle donne). Nelle fiabe ad esempio, i personaggi buoni venivano illustrati con un viso privo di “imperfezioni”, mentre i malvagi venivano raffigurati con uno o più nei sul naso o sulle guance.

Cosa

L’osservazione dei nei ha origini molto lontane ed era già nota ai tempi di Ippocrate, nel V secolo a.C, quando veniva utilizzata dal popolo per prevedere serenità e sventure delle persone che venivano a farsi controllare i nei. Tale arte divinatoria fu chiamata dai Romani neomanzia o nevomanzia (dall’unione del termine latino naevus “neo” con il termine greco μαντεία “profezia”) e in seguito molemanzia (dall’inglese mole “neo”). A seconda delle dimensioni, del colore e della posizione dei nevi, il nevomante preannunciava prosperità o disgrazie alla persona che richiedeva il suo aiuto. La pratica divinatoria della nevomanzia, cioè la lettura dei nei per predire fortuna e disgrazie è presente anche nell’antica tradizione popolare cinese. Nel Tong Shu, antico calendario cinese, i nevi venivano associati a precisi significati sul passato, presente e futuro della persona esaminata, a seconda della posizione dei nevi sulla mappa, e se i nevi ricadevano in punti fortunati o in punti meno fortunati. L’arte di dipingersi o tatuarsi i nei nasceva proprio come esigenza di esorcizzare future sventure, o di augurarsi una buona sorte dipingendo qualche neo in nei punti della mappa considerati fortunati. I nevi nascosti erano associati a fortuna e prosperità. In genere il nevo di Miescher è di piccole dimensioni ed è esteticamente bello, ma un tempo era noto con termini popolari come marchio del diavolo (se presente sul viso degli uomini) o marchio della strega (quando presente sul viso delle donne). Nelle fiabe ad esempio, i personaggi buoni venivano illustrati con un viso privo di “imperfezioni”, mentre i malvagi venivano raffigurati con uno o più nei sul naso o sulle guance.

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